.
“Nel 1961, nel piccolo villaggio spagnolo di San Sebastian de Garabandal, quattro ragazze ebbero un'apparizione della Vergine Maria. Entrarono in uno stato di estasi in cui divennero completamente inconsapevoli dell'ambiente circostante e delle percezioni sensoriali. Secondo quanto riferito, i testimoni avrebbero pizzicato le ragazze, bucato la loro pelle con aghi, le avrebbero sollevate e fatte cadere su rocce ruvide, eppure esse rimasero nella condizione estatica. La luce e la presenza della Vergine è tutto ciò che affermano di aver sperimentato. Vent'anni dopo, nella città di Medjugorje, in Bosnia ed Erzegovina, anche sei bambini ebbero visioni simultanee della Vergine, con qualità estatiche simili.”
[Michael Swann]
Michael Swann ha indagato e fotografato i luoghi di apparizione della Vergine, concentrando la propria attenzione su abbinamenti di colori blu e bianco (i colori della Vergine), volti o sagome nel paesaggio, riferimenti biblici correlati alla storia della Vergine, dettagli specifici delle storie delle apparizioni. In generale su qualsiasi cosa potesse avere un significato mistico.
Questo progetto è un tentativo di usare la fotografia per esprimere l'ineffabile, il fenomenologico: l'esperienza dell'esperienza, cosa significa o si prova a vedere.
Il fotografo mira a creare un noema collettivo della Vergine Maria, attraverso l'uso di vari significanti associati a lei e immagini esoteriche realizzate nei luoghi delle apparizioni.
L’argomento è complesso, tortuoso, ma mitigato da un approccio fotografico che mi sento di definire sereno. Lo storytelling, nella progressione del libro, si dilata; tra le immagini trovano spazio alcune pagine bianche, come fossero pause di riflessione o anche bagliori.
Se Michael Swann riesca nel suo scopo è, ovviamente, da demandarsi alla coscienza ed all’esperienza di chi avrà tra le mani il libro. Individualmente, perché l’intento di questo progetto è quello di stimolare una riflessione in merito a quanto l’esperienza individuale possa condizionare la nostra percezione del mondo che ci circonda.
Un lavoro che dimostra quanto sia importante la capacità della fotografia di rivelare, sia dal punto di vista storico che dal punto di vista scientifico.
La mia recensione per F-Stop Magazine del nuovo libro di Michael Swann.
Il libro è edito da Kult Books.
.
Il prossimo 27 ottobre, dalle 9.30 alle 19, sarò presente, in qualità di lettore fanzine, alla 2a edizione "Memorial Ernesto Mezzera" di Observa Photo Festival.
L’evento si terrà presso le sale del Castello Oldofredi, a Iseo (BS).
Chi mi conosce sa che una della attività che svolgo per f-stop è quella di selezione e recensione
di pubblicazioni e, quindi, sono molto curioso ed interessato a tutto ciò che è stampa e pubblicazione ed alle relative dinamiche narrative.
Per poter partecipare potrete fare riferimento ai contatti riportati nella
locandina.
L’evento è possibile grazie all'associazione Oltre lo Sguardo ed al Gruppo Iseo Immagine, che
ringrazio assieme a Mauro Conti.
.
Tuck and RolIl Kazakistan è il paese più grande dell'Asia centrale e, fino al 1991, è stato un'importante repubblica dell'Unione Sovietica. È, probabilmente, grazie alla sua dimensione ed alla sua bassa densità di popolazione che, durante la Guerra fredda e nella massima segretezza, parti di questo territorio furono adibite ad aree per esperimenti.
The Sacrifice Zone affronta l’argomento degli esperimenti nucleari condotti dall'Unione Sovietica sul territorio della Repubblica Socialista Sovietica del Kazakistan.
Nel sito di Semipalatinsk, nelle immediate vicinanze della città di Kurčatov (nel nord ovest del Kazakistan), in 40 anni di attività vennero eseguiti 468 test (343 sotterranei e 125 atmosferici) con una resa complessiva equivalente a più di 2.500 delle bombe sganciate dall’esercito americano su Hiroshima nel 1945.
The Sacrifice Zone ha, a mio avviso, una importante valenza storica perché, fino ad oggi, non esisteva una documentazione dei tests nucleari praticati in Unione Sovietica, se non diversamente da rare e sfocate fotografie di regime. E, fino ai primi anni Novanta, non c'era un'adeguata comprensione di ciò che stava accadendo nella zona; ancora oggi, molto rimane sconosciuto. Molte informazioni, considerate materiale classificato, sono ancora secretate.
Eddo Hartmann ha ritratto i testimoni di questa parte della storia dell’umanità: i luoghi e, soprattutto, le persone. Ma anche le generazioni successive ed il loro modo di affrontare ed interpretare il passato.
Secondo le audizioni del parlamento kazako, 1.323.000 persone sono state riconosciute come vittime dei test nucleari. Il governo kazako ha pagato un risarcimento alle vittime del Poligono e sta ancora coprendo i costi delle cure.
The Sacrifice Zone è un lavoro che non scade nella retorica catastrofista ma che, tenendosi a distanza dall’eccessiva estetizzazione, aiuta a riflettere su di un argomento, la questione nucleare, che è tornato prepotentemente d’attualità assieme a spiacevoli atmosfere da Guerra Fredda.
Un lavoro che dimostra quanto sia importante la capacità della fotografia di rivelare, sia dal punto di vista storico che dal punto di vista scientifico.
La mia recensione per F-Stop Magazine del nuovo libro di Eddo Hartmann.
Il libro è edito da Hannibal Books.
.
NightMore nasce dal desiderio di riuscire a creare narrazioni senza alcuna premeditazione,
abbandonandosi a sensazioni e sogni.
Le immagini non hanno obbligatoriamente un senso compiuto: sono suggestioni, indizi che
possono condurre a realtà dierenti.
Si situano in quello stato uttuante della coscienza che genera illusioni e visioni. Immagini
ipnagogiche ricevute abbandonando sé stesso a ciò che il pre-sonno regala, in una attesa senza
forzature.
GianLuca Groppi pratica l’arte come necessità, utilizzando mente e medium fotograco per
esprimere la propria poetica: raccoglie e mette in scena, per disvelare e bonicare, i malesseri, i
vuoti e le ansie della società, ammantandoli di un humor salvifico.
NightMore rappresenta la maturità artistica ma vuole anche essere un compendio di tutta l’attività
di Groppi e dei numerosi cambiamenti che l’hanno caratterizzata.
Mutazioni, appunto, della cui omonima serie proporremo, per consentirvi un approfondimento
e per stimolare la vostra curiosità, in aggiunta alcune opere.
La mostra di GianLuca Groppi , curata da me, inaugurerà il 29 giugno 2024 alle 18 negli spazi di Mangano Arte.
La mostra resterà aperta con i seguenti orari:
lunedì - venerdì, ore 16:30-18:30; Tutte le mattine, sabato e domenica su appuntamento.
.
Tuck and Roll è un termine che fa riferimento alle contorsioni, anche psicologiche, o a cambi repentini di traiettoria. Una metafora efficace per descrivere gli atti mentali spesso impiegati da alcuni individui trans per costruire il proprio mondo ideale e fantasticare nella quotidianità.
Il progetto, attraverso ritratti di individui “in transizione”, racconta di identità e,
implicitamente, di stereotipi. Per farlo, per superare la spettacolarizzazione cui è spesso sottoposta la fotografia trans, J Houston ha scelto di lavorare lontano dalle grandi città americane,
concentrandosi sulle aree rurali della Pennsylvania occidentale, nel Michigan e nello stato di New York.
Ogni immagine in "Tuck and Roll", infatti, non rappresenta solo un volto o un luogo: racconta una storia di lotta e di sopravvivenza, in una narrazione in cui la realtà è evidente ma ammorbidita, smorzata, mai triste.
Ma quello che trovo più importante di questo lavoro, quello su cui mi sento di concentrare la mia attenzione, sta nel
fatto che la sessualità sembra perdere di importanza, stemperare nella normalità. In una normalità che ancora manca.
Forse alla fine della capriola non c’è la corsa o una posizione inginocchiata: forse, alla fine di Tuck and Roll, c’è un ritratto in cui riconoscersi.
La mia recensione per F-Stop Magazine del nuovo libro di J Houston.
Il libro è edito da Gost Books.
.
Il fiume Po ha sempre rappresentato un riferimento per la Pianura Padana, per la sua cultura ed i suoi abitanti. Il fiume, con le sue ricchezze ed il suo scorrere inesorabile, è anche la metafora della vita. Del viaggio.
Un Po Mio è un viaggio che, dal 1 al 14 luglio 2021, si è sviluppato lungo il fiume Po.
Da Torino a Venezia, 700 km in kayak per circa due settimane di navigazione e senza tappe prestabilite. Il fotoreporter ha dormito in tenda ed ha attraccato dove più opportuno per incontrare chi, questo fiume, lo vive e lo ama. E, proprio per “immergersi” maggiormente nel contesto sociale della gente del fiume ed approfittare dell’ospitalità casuale, Marzio Toniolo ha scelto di partire senza soldi.
L’idea del progetto è nata dal desiderio di raccontare, per immagini e con i suoi diari, un viaggio in solitaria all’insegna dell’ecosostenibilità e del rispetto dei luoghi, alla scoperta delle popolazioni e delle tradizioni di questa fetta di territorio italiano tanto meraviglioso quanto sottovalutato; talvolta, purtroppo, bistrattato.
La valorizzazione del fiume, a ridosso del quale Marzio Toniolo è cresciuto (ed ancora vive) ha una connotazione etica, culturale ed artistica.
Etica, perché lo scopo primario dell’impresa è stato quello di raccogliere fondi e pubblicizzare una associazione no-profit dedicata allo scomparso Luca Noli, persona cara a Marzio.
Culturale, perché Marzio è un uomo del fiume e, a maggior ragione dopo il periodo di isolamento forzato all’interno delle nostre terre dovuto alla pandemia, “Un Po Mio” ha voluto provare a riportare l’attenzione sul fascino di questi ambienti e su quanto potrebbe essere interessante riscoprirne le peculiarità.
Artistica, perché Marzio si è proposto di assolvere ai due scopi precedenti attraverso la fotografia.
Il lavoro che ne è nato è caratterizzato da una sua poetica che, per l’appunto, “scorre” tra i canoni formali del ritratto moderno e l’approccio sensibile di Marzio. Timido, come l’aspetto che hanno le persone ritratte, e malinconico, come lo stato dei luoghi solo apparentemente inospitali e dentro cui trovano agio tutti i protagonisti di questo mondo ai limiti dell’allegoria.
La mia recensione per F-Stop Magazine del nuovo libro di Marzio Toniolo.
Il libro è edito da SelfSelf Books.
.
Il prossimo 19 maggio, dalle 9 alle 17, sarò presente, in qualità di lettore, alla 2° Lettura Portfolio San Fedele.
Assieme a me Laura Covelli di Fotografia Etica.
L’evento si terrà presso le sale di Villa Kupfer, a Palazzolo sull’Oglio (BS).
Qualora foste interessati ad un confronto, ad una discussione in merito alla vostra idea di fotografia o di progetto fotografico, sono disponibili ancora alcuni posti.
Per poter partecipare potrete fare riferimento ai contatti riportati nella locandina.
L’evento è possibile grazie al Circolo Fotografico Palazzolese , che ringrazio.
.
Questa settimana prendono il via le 10GIORNATE della fotografia al Museo Nazionale della Fotografia di Brescia, diretto da Luisa Bondoni .
Mercoledì pomeriggio ci sarà la conferenza stampa di presentazione e venerdì inaugurerà una dieci giorni di confronto e divulgazione, condivisione ed inclusione il cui filo conduttore sarà la fotografia.
Le 10GIORNATE della fotografia sono frutto della preparazione e della professionalità dei suoi organizzatori e, soprattutto, della passione per l’argomento.
Tra gli eventi potrete anche trovare, il 14 maggio, me e Marzio Toniolo a raccontarvi del progetto “Un Po Mio”.
Non mancate!
.
Il prossimo 12 aprile inaugura, alle 18.30 presso Creative Lab Mantova , "Homeworks" di Simone Mizzotti .
Il testo introduttivo è scritto da me.
" [...]Homeworks, "compiti a casa", è una serie che trova la sua realizzazione tra teoria e pratica, tra acerbo e maturo. Tra la nostalgia e l’innovazione. Un lavoro equilibrato, che non mancherà di essere apprezzato per le sue sfumature malinconiche e per l’eleganza della sua semplicità.
Homeworks è anche il quaderno che Andrea Forlani (ex allievo del fotografo alla Ischool di Bergamo, ed ora studente del corso Naba di grafica e comunicazione) ha composto, come oggetto d’esame di Accademia, in un elaborato che coinvolge le immagini di Simone Mizzotti e lo studio dell’impaginazione, di grafica e testi.
Un “compito”, a sua volta, che ha portato ad esplorare il mondo della pubblicazione fotografica e della comunicazione e che, in modo trasversale, vuole omaggiare la sinergia creativa e collaborativa che rappresenta, da sempre, la vocazione di Creative Lab."
Non mancate!
.
Artoteca nasce come esperimento di sensibilizzazione sull’arte e, in particolare, sul bello di possedere un’opera d’arte.
A questo proposito è possibile, attraverso il servizio offerto dalla biblioteca di Concesio, prendere in comodato d’uso opere di diversa natura con l’opzione di un eventuale acquisto.
Nella selezione ci sono anche due mie tavole.
Per approfondire 4 diverse metodologie di approccio alla fotografia, soprattutto su quella di ritratto, sabato 20 aprile 2024, dalle 10 alle 12.30, sarà possibile partecipare ad un incontro/workshop dedicato.
Accanto a me ci saranno i fotografi Silvano Peroni, Fabiana Zanola, Alessandra Roversi.
Per partecipare sarà possibile registrarsi a questo link: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-artoteca-il-tempo-nel-ritratto-workshop-di-fotografia-872366821647 .
Queste iniziative sono state possibili grazie all’impegno di Luisa Bondoni, che ringrazio, al Museo Nazionale della fotografia di Brescia ed alla Biblioteca di Concesio.
.
“Il fiume più lungo d’Italia dovrebbe essere un patrimonio; antropologicamente parlando, invece, ora si va dicendo che è una fogna. Screditandolo lo abbiamo rimosso. Il Po è una cosa più viva di noi, che in pochi milioni di anni ha riempito di sabbia il mare che nel Pliocene occupava la pianura: è bellissimo e desolato come un deserto. Non ci va nessuno.
Fa molto clamore quando minaccia un’alluvione, poi ritorna nell’alveo e non se ne sente più parlare. Così il Po resta deserto, ed è meraviglioso. Ma anche se ci vai da solo, al vespro, non ti senti solo: c’è il gabbiano, l’airone, il cormorano, il siluro.
Eppure, il fiume era una fonte di cibo, le cucine dei Campi sono piene di pesci dulcacquicoli. L’acqua è, comunque, ancora trasparente e non è più sporca di località balneari blasonate. Il Po è un dio dimenticato, pagano, pieno di silenzio e meraviglia.”
Il fiume Po ha sempre rappresentato un riferimento per la Pianura Padana, per la sua cultura ed i suoi abitanti. Con le sue ricchezze ed il suo scorrere è anche metafora della vita. Del viaggio.
Marzio Toniolo lo ha percorso in kayak, due settimane senza tappe prestabilite, nel 2021 con l’intento di raccontare, per immagini e con i suoi diari, un viaggio in
solitaria all’insegna dell’ecosostenibilità e del rispetto dei luoghi, alla scoperta delle genti, delle tradizioni e dei valori di questa fetta di territorio italiano tanto meraviglioso quanto
sottovalutato; talvolta, purtroppo bistrattato.
Ne è nato "Un Po Mio", il libro fotografico edito da SelfSelfBooks che ha trovato la stampa nel febbraio 2024. Con testi di Marzio Toniolo, Walter Borghisani, Luca
Burgazzi, Mauro di Vito.”
Il libro verrà presentato il prossimo giovedì 11 aprile negli spazi di Spazio Comune, in Piazza Stradivari 7 (Cremona), alle 18.
Sarò presente assieme a Marzio Toniolo ed all’assessore Luca Burgazzi, che ringrazio per il tempo e la disponilità.
.
Port Talbot è, apparentemente, soltanto una cittadina di provincia menzionabile per l’inquinamento prodotto dagli scarichi dell’acciaieria e dal traffico che percorre l’autostrada M4.
In realtà ci sono bellissime montagne, bellissime dune, una delle spiagge più lunghe del Galles, bellissimi bacini artificiali e laghi, il fitoplancton bioluminescente illumina il mare. Ma, soprattutto, Port Talbot è famosa per gli avvistamenti di UFO che, negli ultimi anni, si sono notevolmente incrementati.
Gli oggetti volanti non identificati sono la chiave che ha permesso all’autore di entrare nel “mondo” della cittadina Gallese. L’indagine è cominciata affiggendo volantini, corredati da un numero di telefono e da un indirizzo email, per sapere chi avesse visto un ufo. Le risposte hanno consentito all’autore di creare delle connessioni e, per due anni, di accedere alle storie, alle persone ed al territorio.
Quello che ne è nato non è soltanto una raccolta di scene che documentano un territorio e ne raccontano le persone, i modi, le idee, la storia. “Port Talbot Ufo Investigation Club” è un modo alternativo di raccontare una città al di là delle sue insignificanti apparenze. Un modo alternativo di raccontare un popolo, quello gallese, attraverso gli atti di fede degli abitanti della città.
In questo senso, nel passaggio dalla verità ad una credenza ed attingendo al fascino innato per il mistero, l’ufologia diventa una fede. E la fede, in mancanza di fatti, si apre alla fantasia ed alle emozioni che, a loro volta, generano leggende e ne alimentano la narrazione, il suo tramandarsi. Il folklore.
“Folclore” (termine, per altro, coniato nel Regno Unito) significa trovare la propria identità culturale perdendosi nei suoi miti, fiabe, leggende e altre narrazioni legate alla dimensione del fantastico.
Un po’ come la magia che avvolge Port Talbot.
La mia recensione per F-Stop Magazine del nuovo libro di Roo Lewis.
Il libro è edito da Gost Books.
.
Home is home (all alone) è un diario di scatti in un bianco e nero grezzo che rende ulteriormente ruvidi i suoi soggetti. Una ruvidezza in cui tutto è forse meno definito, ma più vero. Sono appunti che arrivano da quel sottosuolo che Guido Gazzilli indaga, cercando di portare in superficie la sua riflessione sulla condizione umana. Sono, soprattutto, storie. Di luoghi, persone, artisti, sguardi, corpi, periferie, sogni, talvolta degrado. È un libro di ricerca, indubbiamente: la ricerca di un riparo, di un luogo chiamato casa. Di un dialogo con la propria solitudine, anche in termini antropologici ed esistenziali, di cui questo progetto è un elogio.
In Home is home (all alone) la fotografia non è di strada bensì la strada, quando non una vera e propria casa, che l’autore dissemina di indizi. E, in effetti, il
libro nasconde pagine piegate su sé stesse e false pagine recanti dei messaggi a scomparsa. Sensazioni, e qualche piccolo artificio per guidarle.
Quello che mi piace di questo libro è una sincerità emotiva suscettibile di toccare ciascuno in un modo differente e sulla base delle diverse esperienze
personali.
Un libro che ho molto apprezzato e che vi farà riconsiderare, a scapito di un’idea didascalica della fotografia, la possibilità di un approccio più istintivo..
La mia recensione per F-Stop Magazine del nuovo libro di Guido Gazzilli.
Il libro è edito da Kehrer Verlag.
.
Il prossimo sabato 11 novembre sarò a Sesto San Giovanni per parlare, con Marzio Toniolo, di fotografia e del progetto Un Po Mio.
Un ringraziamento a Sirenefotografia.it e Gieffesse.
.
Il concetto di sbaglio apre spazio alla confessione ed, auspicabilmente, alla riconciliazione.
"Reconciliation" è il progetto fotografico di Billie Mandle, fotografa e professore associato al MassArt di Boston, che ha fotografato, per 10 anni, confessionali in tutti gli Stati Uniti d’America. [...]
La fotografia è il mezzo attraverso il quale l’artista trova il distacco necessario per riflettere in modo meno soggettivo e coinvolgente sulla religione e, nel frattempo, condensare la sua posizione attraverso l’osservazione e la documentazione dei luoghi di confessione e di penitenza.
Forse rendendo il suo lavoro esso stesso una confessione.
Il mio contributo a "Sbagli", il nuovo numero mensile di Riflessi Magazine .
.
Dalla collaborazione tra le capacità editoriali di Stinus Duch, fondatore di Diskobay Books e lo sguardo critico di Sigrid Nygaard ed Emil Ryge, autori di Dansk Dokumentarisme, è nato “New Danish Photography”.
Il primo numero, pubblicato nel giugno 2023, contiene 12 progetti che vogliono essere rappresentativi dello stato attuale della fotografia danese. Sono lavori molto diversi tra loro dal punto di vista dello stile e dei contenuti, ma i fotografi selezionati hanno in comune la volontà e la curiosità di esplorare un mondo sempre più complesso.
Il volume contiene lavori di Luca Berti, Sofia Busk, Oscar Scott Carl, Marie Hald, Mads Holm, Nicolai Howalt, Petra Kleis, Kent Klich, Asger Ladefoged, Tobias Nicolai, Matilde Søes Rasmussen.
Quello su cui vorrei focalizzare la mia attenzione non è, però, la selezione di progetti inclusi in questo giornale quanto, piuttosto, l’idea che è alla base di questa pubblicazione.
Quello che ha portato alla realizzazione di “New Danish Photography” viene discusso nel saggio conclusivo di Mette Sandbye, professoressa del Dipartimento di Arti e Studi Culturali dell’Università di Copenaghen.
La docente analizza come l’aver associato per troppo tempo la fotografia documentaristica danese a tradizioni come l’umanesimo, tipico del dopoguerra, abbia ostacolato la sua evoluzione ad una visione artistica.
La fotografia non è semplicemente "una finestra sul mondo”, come veniva descritta una volta, ma anche un materiale, un obiettivo e una tecnologia che richiede innumerevoli decisioni estetiche.
I progetti documentari danesi di oggi, così come li vediamo presentati in questa rivista, si concentrano su temi sociali, quotidiani e politici, in Danimarca e nel mondo. Sono presentati in un modo che è allo stesso tempo estetico, critico e consapevole di sé, che crea nuove possibilità di incontri attraverso il genere, il corpo, la geografia e la nazionalità e ci offre nuovi punti di vista su ciò che pensavamo di sapere.
La mia recensione per F-Stop Magazine .
Il libro è edito da Diskobay Books .
.
Quello della foresta è uno dei leitmotiv della fotografia tedesca, ma ritengo che in questo libro venga affrontato in modo inconsueto. La lenta immersione nel progetto ci porta a riflettere sulla natura e, oggi di estrema attualità, sulla questione ambientale. Ma anche su come, a fronte dello sviluppo tecnologico e della accelerazione dei processi, sempre più individui si spingano a cercare la lentezza ed ambienti in grado di ripristinare un equilibrio. Un ritmo.
L’autore ha intrapreso un percorso, durato complessivamente 6 anni, che lo ha portato ad attraversare le foreste del nord, prima, e quelle del sud della Germania, poi, alla ricerca della foresta nel suo senso di più profonda serenità.
Ne è nato “Enter the Forest”, un progetto in grado assecondare l’approccio lento ed estetico alla fotografia dell’autore e, nel mentre, di onorare la foresta ed i suoi effetti positivi.
L’aspetto, solo apparentemente abbandonato, di un bosco diventa sinonimo di rigenerazione; di pace con sé stessi e col proprio ciclo biologico. E l’avventurarsi nel contesto di una vegetazione intricata può sempre riservarci la sorpresa di quel cervo bianco di cui, in fondo, tutti siamo alla ricerca.
Perché, secondo me, in una foresta è piú facile ritrovarsi piuttosto che perdersi. tempo.
La mia recensione per F-Stop Magazine del nuovo libro di Alexandre Miguel Maia .
Il libro è edito da Kehrer Verlag .
.
Gian Luca Groppi è stato parte delle “dieci giornate della fotografia” perchè, in una manifestazione dedicata alla cultura fotografica, il suo manifestarsi a cavallo tra la fotografia autoriale e la pittura, così come il suo essere eclettico ed ironico, ha potuto interessare i fotografi così come gli estimatori dell’arte visiva in senso più ampio.
È un artista curioso, umile, intuitivo.
E la sua fotografia ha raggiunto una condizione tale per cui i picchi negativi e quelli positivi si equilibrano, rendendola intensa e confortevole. Se dovessi provare a definire la sua fotografia, soprattutto quella dei suoi ultimi lavori, sarebbe quella di un dadà rivisitato dentro una sala da tè.
Vi consiglio di seguirlo.
L’incontro è stato reso possibile grazie alla curatrice Luisa Bondoni ed al Museo Nazionale della Fotografia Brescia.
Questo il mio articolo per F-Stop Magazine.
Museo Nazionale della Fotografia di
Brescia
Gianluca Groppi
Luisa Bondoni
.
10 giornate della fotografia è una manifestazione dedicata alla cultura fotografica organizzata dal Museo Nazionale della Fotografia di Brescia dal 12 maggio al 21 maggio 2023.
Si tratta della prima edizione di una dieci giorni dedicata alla cultura fotografica, un evento fotografico culturalmente innovativo, non un photofestival, ma una festa collaborativa, laboratoriale, espositiva, sperimentale, aperta ed inclusiva.
Saranno dieci giornate partecipative, che coinvolgeranno tutti e tutte le età, saranno un atto critico e di approfondimento sulla fotografia nelle sue diverse sfaccettature e possibilità.
Daranno la possibilità a tutti di partecipare ed essere protagonisti degli eventi, dai laboratori sulle tecniche del passato dedicate alle scuole, alle dimostrazioni pratiche, ai set fotografici e alle mostre mercato allestiti nella piazzetta antistante l’ingresso del Museo, dai talk sulla fotografia contemporanea, sull’editoria, sul mondo del mercato fotografico, sulla lettura dell’immagine.
Le 10 giornate della fotografia si svolgono nella sede del Museo, dove verrà allestita la mostra Deep Silent della fotografa internazionale Christy Lee Rogers, il cui secondo nucleo di opere verrà allestito presso i Chiostri dell’università di Via San Faustino (visitabile fino al 4 giugno). La fotografa - che ha visto una sua fotografia in copertina del Calendario Lavazza
del 2021- sarà in diretta da Nashville martedì 16 maggio alle ore 19 per raccontare il suo lavoro.
In programma ci sono personalità importanti nel panorama nazionale e internazionale, come il fotografo Alain Keller, l’autore e disegnatore di fumetti Emmanuel Guibert, il critico Dennis Curti, lo storico dell’arte Silvio Ferraglio solo per citare alcuni ospiti.
La manifestazione rientra negli eventi di Bergamo Brescia Capitale della Cultura (link:https://bergamobrescia2023.it/eventi/10giornate-della-fotografia/) e ha ottenuto il patrocinio del Ministero della Cultura e della Federazione Italiana delle Associazioni fotografiche FIAF.
Io avrò il piacere di partecipare alla manifestazione in qualità di lettore portfolio il giorno 14 maggio, e nel dialogo con Gian Luca Groppi il giorno 21 maggio.
Non mancate!
Museo Nazionale della Fotografia di Brescia
.
Un quaderno è un insieme di fogli da scrivere. Chiunque ne ha avuto uno. Prima per scarabocchiare, poi per scrivere. Lezioni,
compiti, appunti.
Poi l’adolescenza e gli stati d’animo.
I dolori interiori che crescono con la crescita.
Il quaderno che diventa diario.
Voksevaerk, letteralmente “dolori crescenti”, è il nuovo lavoro di Mads Joakim Rimer Rasmussen.
Ha l’aspetto e le dimensioni di un quaderno. Un quaderno di dolori crescenti. Il quaderno che diventa diario.
Il progetto è stato scattato in una efterskole, la Fjordvang Efterskole, nella regione danese dello Jutland Settentrionale.
L’efterskole è un tipo di scuola privata, che esiste solo in Danimarca, nata per creare i presupposti che rendano i cittadini capaci di esercitare la democrazia.
Voksvaerk è un libro che mi è piaciuto e che ho trovato molto “fresco”. Un libro che sviluppa veloce e destabilizza e, con la medesima velocità con cui è arrivato, se ne va. Come un temporale estivo. Come la giovinezza. Ed in tutto questo il fotografo riesce a fermare, in un lavoro durato un anno, 59 scatti capaci di raccontare un sistema scolastico, un’esperienza, i “dolori crescenti”.
È un quaderno che, ricordando l’adolescenza, trasmette un poco di malinconia ma che fa anche riflettere, indirettamente, sull’importanza del sistema educativo nella
composizione e nel mantenimento di un sistema e di uno stato democratico.
Ed, in fondo, ci fa anche riflettere sul nostro passato, sulla nostra giovinezza, sul senso del tempo.
La mia recensione per F-Stop Magazine del nuovo libro di Mads Joakim Rimer Rasmussen .
Il libro è edito da Diskobay Books .
.
Gli Isolani (The Islanders) è un lavoro antropologico che indaga le tradizioni religiose, spesso ispirate da riti e credenze pagane, degli abitanti delle 3 maggiori isole italiane.
Il lavoro é ancestrale, come il grande formato (4x5) scelto per svolgerlo. La sua lentezza rende giustizia a questo tipo di ricerca, come il moto perpetuo del mare, senza tempo.
I bianchi e neri, gli sguardi, le maschere trasversali tra la religione cattolica e la mitologia, tra diavoli e santi e sciamani e bestie, ci fanno capire quanto vive siano queste isole coi loro misteri.
Quanto sia un tuttuno che lega la storia alle persone al centro di queste terre.
Il culmine della ricerca di Alys Tomlinson é una raccolta di scatti meravigliosi, dai toni e dalle proporzioni equilibrati, in cui i soggetti, anche nelle maschere piú terribili, si rivelano in una bellezza unica: quella delle radici di un popolo fiero della propria cultura.
Il testo finale, ad opera di Sabrina Mandanici, tralascia la geografia delle tradizioni alla base del progetto per sbilanciarsi sulla poetica dell’essere isolani. Ci parla di odori, rumori, colori. Dipinge un quadro con l’intento di farci capire di quanto siano vive, sempre più vive, queste tradizioni che non muoiono col tempo. Si aggiornano con esso, aggiornandolo.
Da notare che in molti, negli ultimi anni, hanno cercato di fotografare la religiosità e la ritualità pagana dei popoli della Sicilia e, soprattutto, della Sardegna senza nemmeno lontanamente avvicinarsi al livello di profondità e qualità de Gli Isolani (The Islanders), per cui va il mio ulteriore apprezzamento.
Un libro da avere, secondo me.
La mia recensione per F-Stop Magazine del nuovo libro di Alys Tomlinson.
Il libro è edito da Gost Books.
.
Mi sono preso il mio tempo perché questo è un libro lento. Ho voluto avere la pazienza di capire questo progetto perché, per un europeo bianco e distante migliaia
di km da determinate dinamiche sociali, l’approccio a questo tipo di scene può essere di difficile comprensione, metabolizzazione.
E quando sono riuscito a calarmi in questa parte della storia dell’America, per molti aspetti desolante, lo stomaco mi si è stretto e sono riuscito a cogliere
quanta bellezza c’è, ancora.
La prima monografia di Colby Deal si compone di scatti interessanti, che funzionano singolarmente ma che trovano la loro forza nel lavoro di squadra. Un po’ come
gli individui che abitano Third Ward trovano la loro forza nella comunità.
Queste immagini sono un tentativo di mantenere l'integrità dello spazio che hanno rivendicato, viscerale ed esistenziale.
Il libro è un lavoro di mappatura del paesaggio attraverso le persone e le loro storie, storie di vita. Un atto di conservazione e di testimonianza.
Sono in parte scatti documentari, in parte ritratti, in parte istantanee e fioriscono in quello spazio liminale tra la memoria individuale e quella collettiva.
[Garry Reece]
La memoria non ha fretta, come la storia. La memoria non muore, come la storia.
Anche grazie a lavori come questo, al contributo di autori come Colby Deal.
La mia recensione per F-Stop Magazine del nuovo libro di Colby Deal.
Il libro è edito da Mack Books.
.
Già testimone di viaggi interessanti, e stanco della sua attività da giornalista freelance in Italia, Fabio Ponzio decise, nel 1987, di fare i bagagli e partire con “un’auto, un sacco a pelo, una tenda, un fornello a gas, una Leica, tre Nikon e cento rullini nel bagagliaio”. [Fabio Ponzio]
Nel 2020, "East of Nowhere", sintesi di ventidue anni di lavoro, è stato pubblicato da Thames & Hudson in Gran Bretagna e Stati Uniti e, nel 2021, da Actes Sud in Francia, con il titolo " A l'Est de Nulle Part". La prefazione è scritta da Herta Müller, scrittrice tedesca, nata in Romania e vincitrice nel 2009 del Premio Nobel per la letteratura.
“East of Nowhere” non è soltanto un libro che ci ricorda di quanto importante sia saper raccontare, in fotografia. Il libro di Fabio Ponzio ci ricorda di quanto fondamentale sia la componente di verità, di rappresentazione del reale e di imperfezione della tecnica, nella definizione stessa di fotografia.
Immagini imperfette di momenti perfetti.
La mia recensione per F-Stop Magazine del nuovo libro di Fabio Ponzio.
Il libro è edito da Thames&Hudson.
Il prossimo sabato 17 dicembre inaugurerà la nuova esposizione di Lucy Signorelli.
“Molti mondi é un progetto alla ricerca della continua evoluzione delle forme che costruiscono spazi naturali, al modo in cui li costruiscono, e che si combinano alla percezione che l’artista ha di essi."
Sono dei mondi possibili, è la moltitudine degli ecosistemi invisibili. Paesaggi in continua evoluzione, costituiti da elementi che li modificano e li costruiscono di volta in volta, che prendono ispirazione dal mondo naturale e si uniscono all’immaginario dell’artista creando nuove percezioni dello spazio.
Dietro l’apparente semplicità delle sue linee il processo creativo è complesso.
Lucy Signorelli è un'artista tanto timida quanto meritevole di attenzione.
L’esibizione inaugurerà negli spazi della Torrefazione Vittoria, in via Ferrabò 4 a Cremona, ed è organizzata da me.
Non mancate!
A questi links altre info:
.
Sonata non è un libro facile. È un lavoro che, per poter essere apprezzato, ha bisogno di qualche riferimento letterario a Goethe ed alla sua opera.
Viaggio in Italia è nato dal bisogno di conoscersi attraverso il viaggio e portò al raggiungimento di un ordine e di una armonia interiore che mancava. Alla capacità di lasciarsi stupire. È un qualcosa che colgo anche nel lavoro di Schuman: il testo di Goethe è utilizzato come invito al viaggio che diventa strumento di auto analisi, attraverso le immagini, per il fotografo.
Sonata è per l’autore il raggiungimento di una pace interiore. Di un equilibrio.
-“Et in Arcadia Ego”-.
La mia recensione per F-Stop Magazine del nuovo libro di Aaron Schuman.
Il libro è edito da Mack Books.
Il prossimo sabato 22 ottobre inaugurerà il nuovo ciclo di esposizioni presso la Torrefazione Vittoria. La nuova esposizione è dedicata ad un progetto collettivo dal nome enigmatico: TA|DA|RÀ|NU.
La Sardegna è una terra magnetica, antica, ancestrale. Una terra cruda che, dietro la sua apparente aridità, nasconde foreste antiche e sguardi sinceri.
La Sardegna è una terra che ipnotizza, travolge. “Rapisce”. Rituale. Religiosa.
Un’isola le cui magnifiche spiagge ed un mare senza eguali sono poca cosa se paragonate al suo cuore, a quello che batte dentro. Una terra sanguigna, che esiste da sempre, fiera come il suo popolo che ha origini indipendenti; uniche.
Nel luglio 2022, 8 persone hanno intrapreso un viaggio che ha coniugato la fotografia e l’indagine geografica e culturale di una parte della Sardegna.
Ta|da|rà|nu, in lingua sarda “tela del ragno”, è la trama che è stata intessuta, sulla mappa, durante l’esplorazione tra le regioni interne di Ogliastra e Barbagia.
Sono stati visitati villaggi abitati e non, incontrati gli abitanti di queste terre e le loro storie. Con una sfumatura di mistero.
Ta|da|rà|nu è un’esperienza che ha portato 8 persone molto diverse tra loro per cultura e provenienza (Londra, New York, Lodi, Cremona, Varese, Parma, Bari), ma accomunate dalla passione per la fotografia, a condividere impressioni ed emozioni in un ordito.
Ne è nato un lavoro di confronto in cui si è cercato di sintetizzare, attraverso editing e scelte condivisi, i punti di vista in un racconto trasversale tra etnografia ed antropologia. Ed inevitabili emozioni.
Gli scatti esposti sono di Marzio Toniolo, Cristina Gallini, Carmen Capurso, Walter Borghisani, Barbara Guarnerio, Maria Giovanna Giugliano, Mariano Biazzi Alcantara.
Parte del ricavato della vendita degli scatti sarà devoluto all'associazione no-profit Luca Noli.
Non mancate!
A questi links altre info:
.
Sirkahne Darkroom è un progetto che offre a molti giovanissimi rifugiati la possibilità di conoscere la fotografia.
Il progetto fornisce ai bambini fotocamere analogiche economiche, insegna loro le basi della composizione e delle arti visive e come sviluppare, stampare e ottenere risultati apprezzabili.
I bambini hanno l'opportunità di collaborare e stringere amicizie tra loro, al di là delle differenze di genere, sociali e culturali e ritrovare pace, armonia, apertura mentale e allegria nelle loro comunità locali e globali.
E, soprattutto, i bambini hanno il modo di imparare a raccontare storie e la propria visione del mondo esprimendosi attraverso la fotografia analogica.
Nel 2019 la camera oscura è diventata mobile ed ha cominciato a viaggiare attraverso i villaggi di tutto il confine tra Turchia e Siria per consentire ai bambini di partecipare a Sirkhane Darkroom.
Ne è nata una pubblicazione, edita da Mack. "I saw the air fly" è un’occasione per riflettere su quale possa essere la potenza della fotografia nel raccontare. Su come queste fotografie rappresentino un documento storico ed un’occasione, per questi bambini, di mantenersi in contatto con noi e di lasciare un segno. E di come questo sia possibile in senso universale ed indipendentemente dal mezzo tecnologico di cui si disponga.
E, soprattutto, di quanto la guerra sia sempre sbagliata e di come, colpendo soprattutto i più deboli ed i più piccoli, compromette irrimediabilmente il futuro del pianeta.
In questi giorni di instabilità geopolitica ed emotiva mi dico che non se L’Arte possa essere o meno una soluzione. Ma sono più che certo che l’Arte possa essere una buona cura.
Tutto il ricavato della vendita del libro andrà in beneficienza, per cui Mack merita un ulteriore plauso.
La mia recensione per F-Stop Magazine del nuovo libro edito da Mack Books.
Il prossimo sabato 18 dicembre inaugurerà la nuova esposizione di Simone Mizzotti.
Il progetto Homeworks è il lavoro delle origini; una proposta che vuole stimolare nuove intuizioni sul fotografo, riconosciuto a livello internazionale, ed aiutare a comprendere la sua opera.
Sono immagini spontanee, luoghi conosciuti e frequentati quotidianamente, luoghi in cui esisteva un rapporto di conoscenza, dove la semplice osservazione ne è divenuta pratica per la composizione fotografica.a.
L’esibizione inaugurerà negli spazi della Torrefazione Vittoria, in via Ferrabò 4 a Cremona, ed è curata da me.
Si ricorda che l'accesso sarà consentito solo ai titolari di greenpass.
Non mancate!
A questi links altre info:
.
Steel Town è un'opera commissionata da Fortune Magazine, per la quale Stephen Shore ha viaggiato attraverso New York, Pennsylvania e Ohio.
In Steel Town il fotografo ci mostra case vuote, locali abbandonati e persone che manifestano. Ci sono sguardi interrogativi rivolti direttamente alle acciaierie e colti senza alcun tipo di dinamismo, senza alcun dettaglio che si riferisca a rumori o alla presenza degli operai. Gli edifici produttivi sono fotografati in un contesto geometrico ordinato che li rende ulteriormente isolati e ne accentua il valore simbolico. L'acciaieria si trasforma in un monumento della memoria, in un totem.
Steel Town ci regala un'atmosfera di generale sospensione e svela uno Stephen Shore che, a differenza degli altri suoi progetti, abbandona la sua posizione di osservatore neutrale (che ha sempre caratterizzato l'estetica della sua fotografia) per passare a un coinvolgimento emotivo. I ritratti del libro mostrano chiaramente la vicinanza emotiva e la solidarietà dell'artista nei confronti dei lavoratori e della loro condizione di disagio, di preoccupazione per un futuro che è anche quello della società americana.
E un lavoro di questo tipo non era mai stato pubblicato da Shore.
La mia recensione per F-Stop Magazine del nuovo libro di Stephen Shore.
Il libro è edito da Mack Books.
Il 23 ottobre ricomincia la stagione degli eventi espositivi della Torrefazione.
La prima esposizione sarà un progetto di analisi, di maturità dell'attività fotografia di Mariano Biazzi Alcàntara.
“Ogni singola polaroid di Mariano Biazzi Alcantara è uno sguardo lucido e disincantato volto a cogliere e a vivere il tempo fotografico come suo,
intimo e unico, immediato.
Il fotografo ricerca. E cerca sé stesso in un lento incedere, quasi senza tempo.”
Senza Tempo è un racconto il cui equilibrio si sposta dalla narrazione cronologica alla sequenza emotiva con l’intento di fermare il tempo attraverso un punto di rottura, o di crescita, nella produzione e nell’approccio al media stesso di Mariano Biazzi Alcantara.
L’esibizione inaugurerà negli spazi della Torrefazione Vittoria, in via Ferrabò 4 a Cremona, ed è curata da me, con introduzione del Prof. Filippo Centenari. Le grafiche sono realizzate da Corinna Chood Tsukiji Fusco.
Si ricorda che l'accesso sarà consentito solo ai titolari di greenpass.
Non mancate!
A questi links altre info:
Qualcuno avrà sentito parlare di PHmuseum Days.
Qualcuno lo avrà visitato.
Se vorrete potrete leggere anche la mia recensione del festival per F-Stop Magazine.
Grazie!
Di lui vi ho già parlato in altre occasioni e, recentemente, ho scritto per F-Stop Magazine del suo libro Napoli nord/Case rom.
Domani, alle ore 17, sarò in diretta col Museo Nazionale della Fotografia Brescia per parlare, assieme a Luisa Bondoni (curatrice del museo nazionale della fotografia di Brescia, docente e storica della fotografia), di e con Vincenzo Pagliuca.
Avremo modo di rivedere Case rom/Napoli nord (progetto pubblicato da The Velvet Cell), di approfondire Monos (esposto più volte nelle gallerie del nord Europa) e di presentare qualcosa di nuovo di questo autore che, secondo me, merita e di cui sentiremo parlar ancora molte volte in futuro.
Vincenzo Pagliuca è un autore che vi consiglio di tenere d'occhio
Grazie a chi vorrà intervenire.
Qualora potesse interessare questo è il link all’evento: https://www.facebook.com/events/768508074039432/
E se aveste richieste o curiosità potrete scriverle direttamente nella bacheca dell'evento.
Grazie!
https://www.facebook.com/MuseoFotografiaBrescia
https://www.museobrescia.net/it/
https://luisabondoni.wordpress.com/
Di lui vi ho già parlato in altre occasioni e, recentemente, ho scritto per F-Stop Magazine del suo libro Napoli nord/Case rom.
Il prossimo lunedì 12 aprile parleremo in diretta proprio di questo progetto con l'autore e con Michele Fucich, redattore del testo critico del libro, e grazie al circolo Circolo Fotografico Le Molere e la responsabile Claudia Cadei.
Vincenzo Pagliuca è un autore che vi consiglio di tenere d'occhio
Napoli Nord/Case Rom è un lavoro, a mio avviso, molto interessante che non è mai stato sviluppato a questo livello di analisi fotografica (per l’approccio documentaristico e per quello tecnico) e psicologica (per la riflessione sul valore simbolico e psicologico della casa). Un lavoro ben lontano dallo stereotipo cui l'argomento campi rom potrebbe rimandare.
La diretta sarà aperta al pubblico e vuole essere non un semplice evento divulgativo ma anche un'occasione di confronto.
Grazie a chi vorrà intervenire.
Qualora potesse interessare questo è il link all’evento: https://www.facebook.com/events/549878292647349
E se aveste richieste o curiosità potrete scriverle direttamente nella bacheca dell'evento.
Grazie!
.
Napoli Nord/Case Rom unisce la meticolosità tecnica della documentazione fotografica, nel caso specifico pregevole, allo studio sociale arricchito ed integrato dalla cultura psicologica del fotografo.
Vincenzo Pagliuca ha familiarizzato con la condizione di vita dei rom alla periferia di Napoli approfondendone la precarietà, il senso di segregazione ma anche di appartenenza, in un’analisi molto precisa.
In questo progetto il mezzo fotografico è diventato un media per antonomasia: uno strumento di conoscenza oltre che la chiave per entrare in contatto con una realtà misconosciuta ed erroneamente percepita come poco accessibile.
Napoli Nord/Case Rom ha trovato la sua realizzazione nella pubblicazione da parte di TheVelvetCell.
È un lavoro, a mio avviso, molto interessante che non è mai stato sviluppato a questo livello di analisi fotografica (per l’approccio documentaristico e per quello tecnico) e psicologica (per la riflessione sul valore simbolico e psicologico della casa).
La mia nuova recensione per F-Stop Magazine del nuovo libro di Vincenzo Pagliuca.
Tenetelo d'occhio perchè sentirete ancora parlare di lui.
.
La fotografa israeliana Iris Hassid ha voluto concentrare la sua attenzione sulla nuova generazione di giovani adulti di origine araba per provare a documentarne la quotidianità. Ma, soprattutto, ha voluto presentare le donne arabe palestinesi cittadine di Israele in un modo diverso dalla versione ritratta dai media.
"A Place of Our Own è un progetto che mancava; mi piace molto perché riesce a descrivere situazioni molto complesse sbilanciando (invece di criticare sistema o culture o temi, già di per sé, più infuocati) semplicemente il proprio equilibrio sul femminismo. [...]
La questione israelo-palestinese è tanto complessa quanto irrisolta.
Della questione israelo-palestinese è stato detto tanto o troppo, forse tutto ma mai abbastanza.
Questa pubblicazione potrebbe essere una chiave per averne una visione più attuale."
La mia recensione per F-Stop Magazine del nuovo libro di Iris Hassid.
Commenti e critiche sono sempre ben accetti.
Grazie.
Il libro è edito da Schilt Publishing.
Il prossimo sabato 12 dicembre, dalle ore 17, dialogherò in una diretta facebook con
Luisa Bondoni
(curatrice del museo nazionale della fotografia di Brescia, docente e storica della fotografia) di libri di progetti fotografici meritevoli di menzione.
“Altre Ricerche - Conversazioni estemporanee su autori meno noti” non è un simposio, non è una lezione e non è nemmeno un monologo. Altre ricerche si propone come occasione, attraverso un ospite, di conversazione in merito ad autori e libri fotografici noti o meno noti.
L’evento sarà in lingua italiana.
Qualora potesse interessare questo è il link all’evento: https://www.facebook.com/events/496789651269477
E se aveste richieste o curiosità potrete scriverle direttamente nella bacheca dell'evento.
Grazie!
https://www.facebook.com/MuseoFotografiaBrescia
https://www.museobrescia.net/it/
https://luisabondoni.wordpress.com/
L’Italia è un paese che ha una tradizione artistica unica.
L’Italia è un paese che ha una tradizione fotografica forse non allo stesso livello di alcuni paesi europei ma, comunque, interessante ed in rapida crescita per qualità e per pubblico.
Trieste è una città italiana che ha una architettura ed una storia uniche che coinvolgono la cultura latina, greca, germanica, ebrea e slava; è il luogo di incontro
tra l’Europa Centrale ed il Mediterraneo.
Trieste è una città mediterranea a vocazione mitteleuropea: un posto perfetto per un festival di fotografia che rappresenti il punto d’unione tra le culture
fotografiche del mediterraneo e quelle, talvolta più radicate, dell’Europa centrale.
dotART è un'associazione culturale triestina che dal 2009 promuove, sul territorio e all’estero, progetti orientati a dare supporto e visibilità ai fotografi professionisti e amatoriali.
A Trieste, da un’idea dell’associazione culturale Dotart, è nato un festival internazionale dedicato alla fotografia urbana che dal 2014 esplora la contemporaneità
attraverso tutte le forme di fotografia ambientate nel tessuto cittadino: Trieste Photo Days.
Obiettivo del festival è promuovere un tipo di fotografia portatrice di valore artistico, documentale, etnografico e sociologico, che offra testimonianza dell’oggi
uno spaccato di contemporaneità urbana in grado di parlare dei cambiamenti sociali che avvengono nella grande città come nel piccolo villaggio.
Quello che ha differenziato, dalla nascita, F-Stop dagli altri magazine è la voglia di confrontarsi e, dunque, la promozione di lavori collettivi. L'idea che, mettendo insieme molte immagini di molte persone diverse che hanno qualche connessione con un'idea, si possa iniziare una sorta di conversazione.
Da una call di F-stop magazine è nata una collaborazione con dotArt: l’issue #102 STAYING HOME TOGETHER. Lo scopo della call è stato quello di esplorare l'attuale esperienza globale condivisa dai fotografi che ritraggono la loro stessa esperienza. Sentimenti come gioia, noia, speranza, ansia si sono rivelati universali e condivisibili così come il linguaggio fotografico e la sua capacità di narrazione e la sua valenza storica.
Il risultato è stato un’ampia gamma di risposte artistiche alla pandemia, che vanno dall’isolamento (anche se in famiglia) al bisogno di connessione, raggruppate per approcci che hanno consentito di determinare vere e proprie macrocategorie di risposta artistica alla pandemia.
Il risultato è STAYING HOME TOGETHER: una pubblicazione, a tiratura limitata, con più di 5000 foto e 248 pagine per un valore storico unico ed un’operazione di selezione multidisciplinare mai eseguita da dotART e F-stop magazine su scala mondiale.
Il progetto fotografico è stato esposto il 17 ottobre presso Palazzo Meizlik ad Aquileia (UD).
La presentazione del libro, in anteprima italiana il 25 ottobre presso la Sala Xenia di Trieste, è stata un’occasione di confronto tra me ed il direttore artistico
del festival, Angelo Cucchetto, anche e su come la fotografia è cambiata a seguito della pandemiaed ha riscosso il tutto esaurito (ovviamente rispettosi delle prescrizioni anti-covid).
È stato un piacere confrontarsi con Stefano Ambroset e Mara Zanette, organizzatori del festival, ed avere a che fare col vincitore del WPF Alain Schroeder ed
ascoltare Alex e Rebecca Webb (presidenti dell’edizione 2020). È stato bello partecipare all’entusiasmo di chi crede nella divulgazione della cultura, soprattutto fotografica, ed aver
rappresentato F-stop magazine in questo evento di rilievo internazionale ed in continuo miglioramento.
Il Trieste Photo Days è il festival che non vi aspettereste in una città dall’aria davvero unica.
Per comprare il libro: https://www.exhibitaround.com/en/saht-prenotazione/
https://www.triestephotodays.com/
https://www.facebook.com/triestephotodays
https://en.wikipedia.org/wiki/Trieste
https://www.fstopmagazine.com/blog/2020/11/trieste-photo-days-2020/
.
Crown Ditch & the Prairie Castle è un progetto a lungo termine che documenta gli spazi e le persone dell'ultimo grande "West" e verso il quale troppo spesso ci dimentichiamo di rivolgere il nostro sguardo: l’ovest canadese.
Un west che non conosciamo, assuefatti all'idea di quello americano, e che forse anche per questo sembra più reale.
Il lavoro, durato 5 anni, ha portato l’autore sulle strade secondarie del Canada occidentale. Dormendo in macchina, facendo la doccia nei laghi e nelle piscine comunitarie, si è dedicato al tentativo di comprendere l’idea attuale di ruralità e di rappresentarla, coglierla, visivamente.
Il libro si compone di fotografie di ritratto e di spazi; più semplicemente storie di luoghi, di persone, di luoghi che determinano persone e viceversa. Molto interessante anche il pamphlet allegato, nascosto in una piccola tasca alla fine del libro, come postfazione, contenente aneddoti e riflessioni dell'autore e un testo di Arithe Van Herk il cui testo, poetico, crea un contrasto interessante con quello descrittivo dell’autore.
Personalmente trovo questo progetto essenziale per identificare la cultura fotografica contemporanea del Canada occidentale ed ho cercato di recensirlo e parlarne nel modo più semplice.
Il libro di Kyler Zeleny che ho recensito per F-Stop Magazine è edito da The Velvet Cell.
.
Il mio progetto “I Follow The Light Inside” è stato pubblicato, tra le tante, sul n°112 del magazine fotografico internazionale Witness Journal ( http://witnessjournal.com/storie/con-la-scusa-dei-fiori/ ) e si è classificato tra i primi 20 finalisti del concorso “iorestoacasa” promosso da Verona Fotografia .
Il lavoro sarà esposto a Verona, nello spazio in via Carducci 29, dal 2 ottobre al 7 novembre. Grazie!
.
American Psyche: The Unlit Cave è un progetto sviluppato attorno ad una selezione di fotografie scattate da George Elsasser dal 2005 al 2019, negli Stati Uniti.
L’autore vuole portare l’attenzione alla generalizzata condizione di annullamento ed invitare ad esaminare, per lo meno considerare, l’esistenza di un inconscio collettivo e, quindi, di una comunanza di archetipi ancora capace di dare speranza agli ideali originari del popolo americano.
Questo lavoro testimonia l’essere artista visuale, prima che fotografo, di Elsasser. Ma, soprattutto, di essere da sempre interessato alle teorie di Carl Gustav Jung che si inseriscono trasversalmente, assieme a poesia e filosofia, al corpo del lavoro fotografico lasciando emergere dalla tenebra della “caverna buia” il progetto vero e proprio.
E, a mio avviso, ben riesce nel suo intento. Con tutta la complessità del caso.
American Psyche: The Unlit Cave è edito da Daylight Books.
Clicckando sull'immagine a lato verrete reindirizzati alla recensione che ho scritto per F-Stop Magazine e ad alcune immagini del lavoro.
.
Billie Mandle, fotografa e docente di base a Los Angeles, ha fotografato, per 10 anni, confessionali in tutti gli Stati Uniti d’America. Il suo progetto mi ha spinto ad approfondire quello che non è, soltanto in apparenza, un ottimo ed interessante lavoro di documentazione bensì un confronto tra il bisogno dell’autrice di esternarsi con la fotografia e la sua posizione nei confronti della religione.
“Reconciliation”, il libro che ne è nato edito da Kehrer Verlag, ha sicuramente bisogno di più parole di quelle in cui mi sono esternato; ma è chiaro che il mio è un articolo di presentazione per un magazine e non una disamina o un'analisi antropologica. Mi piacerebbe comunque provare a fare capire che dietro un lavoro di documentazione c’è un universo o, come in questo caso, un’anima.
Lo trovate in vendita, da qualche giorno, nei consueti canali online.
Commenti e critiche sono sempre ben accetti.
Clicckando sull'immagine a lato verrete reindirizzati alla recensione che ho scritto per F-Stop Magazine e ad alcune immagini del lavoro.
Venerdì 8 maggio, assieme ad Irene Tondelli e grazie al prof. Filippo Centenari, sarò ospite della seconda puntata dei Talkabouts organizzati dalla Libera Accademia di Belle Arti di Brescia (LABA).
Sarà un'occasione per parlare di progettazione fotografica, confrontarci con gli studenti e, perchè no, crescere insieme.
È sicuramente il momento di pensare ad altro. Comunque è uscito il
mio primo articolo su F-Stop
Magazine, direttamente dagli StatiUniti.
Il lavoro di Dara McGrath è completo e molto interessante e, perché no, magari potrebbe
rendere meno pesante la clausura cui siamo chiamati, responsabilmente, ad osservare in questi giorni di epidemia.
Project Cleansweep è un progetto completo il cui equilibrio si sposta, in modo sottile, verso il documentarismo fotografico; è un libro di
indagine che ho trovato, con le sue 216 pagine edite da Kehrer Verlag, un invito molto interessante (sia dal punto di vista dei contenuti che della qualità di
stampa) a riflettere su quali impatti sociali ed ambientali permanenti possano avere gli interventi militari; più in generale umani.
Clicckando sull'immagine a lato verrete reindirizzati alla recensione e ad alcune immagini del lavoro.
Venerdì 21 febbraio inaugurerà la mostra fotografica PANORAMICA di Simone Mizzotti.
“PANORAMICA è la visione d’insieme dell’attività fotografica di Simone Mizzotti e delle sue fasi; Panoramica è la visione del paesaggio, ovvero il tema che lega tutte queste immagini.
La mostra si propone di partire dalla produzione
artistica di Simone Mizzotti, fotografo di fama internazionale, per tracciare un parallelo, illustrare in Panoramica, lo stato dell’arte della
fotografia di paesaggio.
La mostra è stata curata da me, che sarò presente assieme all'autore.
Alle ore 19 c/o Torrefazione Vittoria.
Via Ferrabò 4, Cremona.
Non mancate!
A questi links altre info:
Ho recensito per Zone Magazine il lavoro di Carlo Rusca "Turistica".
Clicckando sull'immagine a lato verrete reindirizzati alla recensione e ad alcune immagini del lavoro.
Da oggi sono aperte le iscrizioni al workshop "Dallo storytelling al libro fotografico" che io ed Irene Tondelli terremo il 15 febbraio 2020 al Circolo Fotografico La Ghiacciaia di Marmirolo (MN).
L’iniziativa si propone come un percorso alternativo di avvicinamento all’educazione visiva, all’editing ed al raccontare per immagini. Imparare a selezionare in modo efficace i propri scatti in modo da definire una serie e fino ad arrivare all’impaginazione.
Il corso si propone di analizzare il rapporto tra l’immagine fotografica e la sua implicazione all’interno della narrazione di una storia. Insieme agli studenti si analizzeranno i vari tipi di immagine, le basi dello storytelling fino alla realizzazione di un libro destinato alla vendita su piattaforma online di crowfunding.
Per informazioni ed iscrizioni potete scrivere a gflaghiacciaia@gmail.com o chiamare il numero 3492235775.
A questi links altre info:
Evento facebook
Circolo fotografico Le Molere (facebook)
Venerdì 20 dicembre inaugurerà la mostra fotografica MARSHRÙTKA (МАРШРУТКА) di Marzio Toniolo.
“MARSHRÙTKA (МАРШРУТКА) è un mezzo di trasporto collettivo, un viaggio partito da Kiev, un fotografo di passaggio.”
Un viaggio fatto di luoghi che non potrebbero esistere senza l’elemento umano, di un ovest spesso complesso ma libero e
di un est dal passato talvolta opprimente ma, in fondo, più semplice. Un fotografo che è sempre e soltanto uno spettatore
di passaggio.
La mostra è stata curata da me, che sarò presente assieme all'autore.
Alle ore 19 c/o Torrefazione Vittoria.
Via Ferrabò 4, Cremona.
Non mancate!
A questi links altre info:
Marzio Toniolo
Evento Facebook
Rassegna stampa: The Mammoth Reflex, Exibart, Nadir,
Sabato 26 ottobre avrò ancora il piacere di introdurre, presso il Museo Nazionale della Fotografia di Brescia, la presentazione del libro di Alessandro Zanoni "THE
POST-WAR DREAM".
L'evento è organizzato grazie alla disponibilità della curatrice di Luisa Bondoni.
Alle ore 17 c/o Museo Nazionale della Fotografia
Contrada Carmine 2F, Brescia.
Non mancate!
A questi links altre info:
Alessandro Zanoni
Evento Facebook
Museo Nazionale della Fotografia di Brescia
Da oggi sono aperte le iscrizioni al workshop "Dallo storytelling al libro fotografico" che io ed Irene Tondelli terremo il 5 ottobre 2019 al Circolo Fotografico Le Molere di Sarnico (BG).
L’iniziativa si propone come un percorso alternativo di avvicinamento all’educazione visiva, all’editing ed al raccontare per immagini. Imparare a selezionare in modo efficace i propri scatti in modo da definire una serie e fino ad arrivare all’impaginazione.
Il corso si propone di analizzare il rapporto tra l’immagine fotografica e la sua implicazione all’interno della narrazione di una storia. Insieme agli studenti si analizzeranno i vari tipi di immagine, le basi dello storytelling fino alla realizzazione di un libro destinato alla vendita su piattaforma online di crowfunding.
Per informazioni ed iscrizioni potete scrivere a circololemolere@hotmail.it o chiamare il numero 3479937462.
A questi links altre info:
Evento facebook
Circolo fotografico Le Molere (facebook)
Circolo fotografico Le Molere (instagram)
Oggi inaugura, inserita nel circuito di Fotografia Europea, l’esposizione del progetto “Underwear”.
“Underwear” è un progetto fotografico di indagine sviluppato da me ed Irene Tondelli sulla base del concept dei ragazzi di Comò Mag.
Io, Irene, Carlotta, Nicolò e Chiara saremo presenti il 12-13-14 aprile presso il Comò Lab per illustrare il progetto, e quello che ha comportato, e parlarvi di quello che accadrà poi.
Non mancate!
http://www.facebook.com/events/2076746269069895/
A questi links altre info:
http://www.comomag.it
http://www.irenetondellistudio.com/
https://www.fotografiaeuropea.it/
Stasera, dalle 20.30 alle 22, verrò intervistato a Posto Zero Radio assieme ad Irene Tondelli ed ai ragazzi di Comò Mag in merito al progetto Under-wear.
Penso sia inutile dirvi che la cosa mi fa estremo piacere, soprattutto per l'impegno che ho profuso in questi ultimi due anni nella "questione fotografica", e mi
farà altrettanto piacere se riuscirò ad essere all'altezza dei miei interlocutori e, soprattutto, degli ascoltatori.
Grazie!
A questi links altre info:
http://www.comomag.it
http://www.irenetondellistudio.com/
https://www.fotografiaeuropea.it/
Il 12 aprile inaugurerà, a Reggio Emilia, FOTOGRAFIA EUROPEA.
La manifestazione non ha bisogno di presentazioni e, assieme ad Irene Tondelli e grazie ed in collaborazione ai ragazzi
di Comò Mag, sarò presente col progetto Under-wear presso Comò Lab.
In anteprima viene pubblicata oggi la mia intervista su Comò Mag.
A questi links altre info:
http://www.comomag.it
http://www.irenetondellistudio.com/
https://www.fotografiaeuropea.it/
Martedì 9 aprile avrò ancora il piacere di introdurre la presentazione del libro di Alessandro Zanoni "THE POST-WAR DREAM".
Interverrà anche il guru di Urbanautica Steve Bisson.
La serata è organizzata dal gruppo fotografico "La Ghiacciaia" (Marco Brioni, Valentina Lo Iacono).
Dalle ore 21 c/o Sala Muccioli
Piazza Roma, Marmirolo (MN).
Non mancate!
A questi links altre info:
http://alessandrozanoni.com/the-post-war-dream
http://www.facebook.com/events/568220107006970/
http://www.facebook.com/groups/118235468234/
http://www.urbanautica.com/
Venerdì 29 marzo avrò ancora il piacere di introdurre la presentazione del libro di Alessandro Zanoni "THE POST-WAR DREAM".
Dalle ore 21 c/o Fotoclub BFI "Il Soffietto"
Piazza Marconi 7, Soresina (CR).
Non mancate!
A questi links altre info:
http://alessandrozanoni.com/the-post-war-dream
http://www.facebook.com/events/2245572392129681/
Venerdì 1 marzo avrò il piacere di introdurre la presentazione del libro di Alessandro Zanoni "THE POST-WAR DREAM".
Dalle ore 21 c/o ADAFA.
Via Palestro 32, Cremona.
Non mancate!
A questi links altre info:
http://alessandrozanoni.com/the-post-war-dream
http://www.facebook.com/events/2313935322183470/
09/11/2012
...staccare solo qualche giorno dalla propria routine.
Ritrovare due amici, appena trasferitisi a Parigi; appena scappati dall'Italia.
La fuga.
L'apertura di un'enoteca.
La lontananza.
La mia cupezza.
Ciao, Gnari.